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Contestare un ministro è un atto democratico? Parla l’esperta Chiara Moroni

today13 Maggio, 2024 2

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Durante gli Stati generali sulla natalità la ministra per la famiglia, la natalità e le pari opportunità Eugenia Roccella è stata contestata da alcune decine di giovani che, attraverso slogan e cori, hanno tentato di rivendicare il diritto delle donne all’autodeterminazione. Una delle contestatrici, salendo sul palco dell’evento, ha poi letto un comunicato di critica al modello culturale fondato sulla famiglia tradizionale e sulle politiche antiabortiste.

La ministra, dopo aver abbandonato il convegno, ha richiesto su Facebook solidarietà nei suoi confronti al Partito Democratico, a “Elly Schlein, tutta la sinistra – si legge nel post – gli intellettuali Antonio Scurati, Roberto Saviano, Nicola Lagioia, Chiara Valerio, ecc”, per l’atto di censura (così definito dalla ministra) che non le ha permesso di parlare.

Ma contestare una ministra è un atto di censura o una manifestazione democratica del dissenso? Ne abbiamo parlato oggi a Prisma, con l’esperta di comunicazione politica e docente all’Università della Tuscia Chiara Moroni.

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    Contestare un ministro è un atto democratico? Parla l’esperta Chiara Moroni

Scritto da: Martino Tosti


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