Oggi vi voglio parlare di due interessanti volumi pubblicati dalla Midgard Editrice e dalla ABEditore. Il primo libro, editato nella Collana Narrativa della Midgard, si intitola ‘La tana di Venere’ è stato scritto da Stefano Giometti. L’autore, nato a Roma, ma residente a Perugia, arriva a questo libro di racconti dopo numerose altre pubblicazioni: ‘La tipografia clandestina’, ‘Sono un figlio di boutade’, ‘Per Antonomasia, e anche per me’, ‘Erudito mignolo’, ‘Agenda Comix 2003’, ‘Diario di una adozione’.
I sette racconti raccolti in questo volume sono delle piccole perle, vergati con un sottile umorismo, sette storie che hanno in comune il labile confine tra il Bene e il Male. La precarietà della condizione umana si manifesta spesse volte nelle storie, sopratutto sotto la forma dell’imprevisto che può stravolgere la vita di chiunque in attimo.
Sullo sfondo l’Italia, la nostra nazione, con tutte le sue luci e le sue ombre. Come scrive Enrico Cerquiglini nella sua bella introduzione. “Sono sette racconti che ci introducono in uno spaccato di una Italia che sembra sospesa tra futuro, incerto, fosco, equivoco, e un passato che riproduce stilemi arcaici in vesti moderne, quasi il ritratto di un Paese irrisolto, incapace di crescere in civiltà”. Il secondo libro di cui vi parlerò oggi è invece ‘L’orrore di Abbot’s Grange. Il vampiro di Kaldenstein’. Due racconti di vampiri di Frederick Cowles, pubblicato da ABEditore. L’autore, nato a Cambridge nel 1900, ha lavorato presso la biblioteca del Trinity College dove ha potuto approfondire folklore, tradizione, storia locale, occultismo ed è stato un prolifico novelliere inglese di storie sui fantasmi e sul soprannaturale. I due racconti presentati in questo volume, ‘L’orrore di Abbot’s Grange’ (1936), ‘Il vampiro di Kaldenstein’ (1938) hanno naturalmente come protagonista il vampiro, più che mai attuale dopo il magnifico remake di Nosferatu, girato dal regista americano Robert Eggers, e nelle sale italiane in questi giorni.
In entrambi i racconti il vampiro si manifesta in maniera assai simile al mostro che bene conosciamo dal ‘Dracula’ di Bram Stoker, del 1897, e che con il suo successo editoriale ha fatto da apripista ad un intero genere. Eppure le atmosfere sinistre e gotiche della inglese Abbot Grange e del castello tedesco di Kaldenstein nulla hanno da invidiare ad altri racconti sui vampiri, magari più famosi. Complimenti ad ABEditore per aver riscoperto queste due piccole chicche che sicuramente saranno apprezzate dagli estimatori del genere gotico ed horror.
Fabrizio Bandini