Politicando

Elon Musk e la percezione rassicurante dell’essere mediocri

today3 Febbraio, 2025 16 3

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Qualche giorno fa, la notizia che ha travolto i media, tradizionali e social, è stato il presunto saluto romano – e quindi nazifascista – di Elon Musk durante la celebrazione dell’insediamento della nuova amministrazione Trump. Tutti si sono cimentati in un’analisi semiotica delle immagini, di quel fotogramma nel quale Musk si tocca il petto e poi alza il braccio in alto.

Uno studio appassionato – ma decisamente poco appassionante – condotto anche dalla politica italiana di sinistra, di un fotogramma appunto, senza analisi del contesto, senza analisi del messaggio verbale, senza alcuna capacità critica. Eppure, di cose interessanti da commentare e anche da criticare in quell’occasione, anche rispetto al ruolo che Elon Musk si sta ritagliando nell’amministrazione del nuovo Presidente degli Stati Uniti, ce ne sarebbero state: analisi critiche sulla “rivoluzione”, preoccupante, che questa nuova elezione porterà negli stati Uniti e nel mondo, l’immobilismo sconcertato e passivo dell’Europa, le prime discutibili scelte del Presidente Trump in termini di politica interna, diritti civili e immigrazione. Nonostante la portata della questione generale, l’informazione italiana, con i suoi tic e le sue micro-questioni da community social, aggravate dalla ripetitività dell’algoritmo, hanno dato vita per almeno quarantotto ore ad un grande dibattito socio-politico: saluto sì o saluto no?

La verità delle intenzioni la conosce solo il protagonista del gesto incriminato. Il contesto, da tutti visibile nel video completo della sua apparizione, così come il testo del suo messaggio non hanno alcun logico legame con il gesto politico, propagandistico e certamente condannabile che tutti hanno creduto o voluto vedere.

Come tutti i personaggi pubblici, Elon Musk può e deve essere oggetto di critiche, soprattutto in un contesto politico, ma questo è cosa altra dal tentativo di screditarlo vox populi basandosi su emotività, timori e percezioni ristrette ed estemporanee. L’opinione pubblica italiana ha accolto con sollievo l’eventuale caduta di stile di Elon Musk, il suo presunto legame ideologico con regimi totalitari pericolosi e distruttivi. Finalmente è stato individuato l’errore, il difetto, l’occasione di condanna nei confronti di qualcuno che, come tutti coloro che portano genialità, successo e rivoluzione, mettono fastidiosamente in evidenza la mediocrità diffusa e difesa dai più, attivando gli zelanti odiatori seriali.

La pervicacia della maggioranza delle persone nel coltivare la medietà è il maggior difetto di una società che invece di aspirare al meglio in ogni campo, all’eccellenza di ognuno, come può e come riesce, alimenta la rassicurante invidia sociale che copre le soggettive incapacità e riversa sulla buona riuscita di pochi livore, dubbi e meschinità. Molto più semplice odiare chi riesce, piuttosto che aspirare al suo stesso successo; molto più rassicurante vederlo cadere piuttosto che agire per arrivare: un pensiero tristemente diffuso questo, che costringe all’angolo una società apparentemente appagata dalla propria mediocrità, ma in realtà carica di invidia e rancore sociale.

Chiara Moroni

Scritto da: Radio Glox


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