Burattini Senza Fili

L’Ucraina, il frullatore e la scelta di campo

today24 Marzo, 2025 10 1

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La guerra in Ucraina che abbiamo da oltre tre anni sotto gli occhi, ma che facciamo finta di non vedere; l’America messa sottosopra dalla presidenza Trump, che sta cambiando i connotati civili e politici di un Paese verso cui abbiamo sempre provato il massimo della repulsione o attrazione; il progetto di una nuova difesa europea, proposto dalla presidente della Commissione Ursula von der Leyen. Tempi, questi, che assomigliano tanto ad un frullatore: un mixer che sta girando vorticosamente, senza capire bene da chi sia stato azionato e per quale motivo tutti noi ci siamo dentro, tra indifferenza, imbarazzi, voglia di capire o semplice spaesamento, che ci consiglia di ripiegare nel rassicurante privato. Almeno fino a quando è possibile.

Eppure, dentro questo frullatore immaginario in cui ci siamo anche noi, girano delle cose maledettamente reali, che ci parano davanti interrogativi difficili da scansare. I fatti li abbiamo ben presenti: nel febbraio 2022 l’Ucraina era uno Stato indipendente che la Russia ha invaso, facendo strame del diritto internazionale e aprendo un baratro di morte e distruzione; l’America, con l’avvento di Donald Trump alla presidenza, ha cambiato improvvisamente il baricentro delle sue alleanze e all’insegna del prima il mio interesse, poi i valori; ci ha fatto capire che le carte che, per circa ottant’anni, ci eravamo abituati a vedere sul tavolo (libertà, diritti sociali e civili, difesa della democrazia) sono state rimescolate e, in alcuni casi, hanno preso un senso radicalmente diverso da quello che conoscevamo.

E ancora: per anni questa parte del mondo chiamata Europa è vissuta nella certezza che il fuoco della guerra non potesse più bruciare e che la pace non fosse qualcosa che si dovesse coltivare o difendere: si era convinti che fosse qualcosa di eternamente immutabile. Oggi la parola guerra non ha più un suono lontano, ma sinistramente vicino. Questi interrogativi non sono un gioco di società, ma risuonano dentro le nostre giornate, come un ronzio di sottofondo: la tregua o pace che Russia e Stati Uniti vogliono trovare per fermare il conflitto in Ucraina è una pace o tregua giusta, se a prevalere o ad essere confermate sono le ragioni dell’aggressore e non dell’aggredito?

L’Europa, di fronte a una minaccia più reale che potenziale, è giusto che pensi a difendersi e, dunque, ad accrescere ed investire in armamenti, visto che nessuno ha più voglia di farlo al posto suo? La velocità degli avvenimenti ha un ritmo ansiogeno stordente, così come l’incalzare delle domande che questi avvenimenti ci consegnano. Reclamare pace, diritti e democrazia non basta più. Non basta più parlare di valori. Tempi come questi, che assomigliano a un frullatore azionato, chiamano tutti noi a fare una scelta di campo. Ed essere pronti a pagarne le conseguenze. Tertium non datur.

Pierpaolo Burattini

Scritto da: Radio Glox


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