Burattini Senza Fili

L’Ucraina: così lontana, così vicina

today24 Febbraio, 2025 18 11

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La guerra, qualsiasi guerra, non è mai entrata, se non concettualmente, e forse nemmeno questo, nel nostro perimetro esistenziale e nel nostro immaginario di generazione nata dentro lo specchio rassicurante della democrazia, del benessere e da sempre abituata a confrontarsi con l’orizzonte dei diritti, ma non con il trauma della loro brutale messa in discussione.

La storia, quella con la S maiuscola, che si intreccia con le tante storie di tutti noi, si apre allora in questo scorcio di ventunesimo secolo e ci fa ritrovare tutti di fronte a quella parola che non abbiamo mai pronunciato, con quella profondità che si porta dietro una riflessione non fuggevole. Guerra, però, oggi non è più una parola o un concetto da ritrovare in qualche libro, film o racconto, ma una realtà che si è piazzata di fronte a tutti noi con il suo carico di inquietudini, paure e smarrimenti. Il lontano Medio Oriente è qualcosa che resta lontano geograficamente e che, se entra nel nostro quotidiano, lo fa attraverso uno scontro di idee che resta comunque appannaggio, se non di un’élite, di una stretta cerchia di addetti ai lavori o di un’opinione pubblica politicizzata.

Così si pensava che potesse restare al di fuori anche quello che si sta consumando alla porte della nostra Europa e del nostro esseri europei: Kiev sotto le bombe, la Russia che muove carri armati e bombe da invasore e tutto il carico di oltre quarantamila morti, in un orrore che quotidianamente avviene in quel lembo di terra che ci siamo ostinatamente convinti a credere che sia posizionato all’interno di una distopia che non ci riguarda mai fino in fondo.

Lo sbaglio che molti di noi hanno fatto in questi anni, invece, è proprio quello di credere che anche questa volta le immagini potessero restare confinate dentro il quadretto televisivo dei telegiornali della sera. Il brutto risveglio, invece, è arrivato e, dopo tre anni di guerra, ci siamo tutti resi conto, con maggiore o minore grado di consapevolezza, che quella guerra di sopraffazione, voluta dalla Russia autocratica di Wladimir Putin, riguarda anche noi e tira in ballo l’orizzonte di valori dentro cui, dalla Seconda guerra mondiale ad oggi, abbiamo vissuto tutti. Una cornice fatta di democrazia, diritto internazionale, vivere pacifico e controversie risolte attraverso la legge dei tribunali o la diplomazia degli Stati. La guerra mossa all’Ucraina è una guerra al nostro sistema di valori e non riconoscerlo significa non capire la posta in gioco.

Da questo punto di vista, la voce chiara e netta del presidente della Repubblica Sergio Mattarella è stata un punto di riferimento all’interno di un panorama politico e di discussione pubblica che, nel nostro Paese, sull’argomento è ondeggiato troppo spesso tra fake news e demagogia, disinteresse e alto tasso di confronto ideologico. Eppure, quei valori che il popolo ucraino ha cercato e sta cercando di difendere sono anche i nostri e la cosa peggiore che si possa fare è una: non riconoscerlo o fare finta che non sia così. In ballo non c’è un lembo di terra lontana chiamata Ucraina, ma tutti quei valori che fino ad oggi, in questa parte di Occidente, ci hanno permesso di vivere dentro il pianeta della libertà. L’Ucraina non è lontana come si pensa, ma è lo specchio che ci rimanda indietro la nostra immagine. Capire da che parte stare questa volta dovrebbe essere facile.

Pierpaolo Burattini

Scritto da: Radio Glox


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