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Secondo alcune indagini e report europei, come quelli della Commissione Europea (Digital Economy and Society Index – DESI) e dell’Eurostat, l’Italia – insieme a Romania, Bulgaria, Polonia e Ungheria – registra alcuni dei livelli più bassi di alfabetizzazione digitale femminile, con un impatto diretto sulla capacità delle donne di partecipare attivamente all’economia digitale. Il divario digitale di genere non è solo un problema di accesso alle tecnologie, ma una questione più profonda di equità e di opportunità economica.
Attualmente, le donne rappresentano solo il 17% degli specialisti TIC (tecnologie dell’informazione e della comunicazione) in Europa. Questo significa che una parte significativa della popolazione non può contribuire in maniera adeguata alla trasformazione digitale, con conseguenze non solo per la loro indipendenza economica, ma anche per l’innovazione complessiva del settore tecnologico.
Le barriere culturali, gli stereotipi di genere e la mancanza di modelli femminili nel settore tecnologico continuano a limitare l’accesso delle donne a percorsi formativi e professionali in ambito digitale. Se questa tendenza non verrà invertita, si rischia di rafforzare un sistema economico che non riflette la diversità della società, lasciando indietro milioni di donne in un’era sempre più digitale.
I pagamenti digitali non rappresentano solo un’evoluzione tecnologica, ma anche una grande opportunità per l’inclusione finanziaria. Tuttavia, senza un’adeguata cultura digitale, le donne rischiano di restare escluse dai benefici di questa rivoluzione. Ad esempio, le difficoltà nell’accedere a strumenti di pagamento elettronico possono tradursi in una minore partecipazione economica, con un impatto diretto sulla loro autonomia finanziaria.
La digitalizzazione finanziaria potrebbe, invece, diventare un potente strumento di empowerment per le donne, permettendo loro di gestire meglio le proprie risorse economiche, accedere a nuovi strumenti di credito e partecipare più attivamente all’economia globale. Tuttavia, per far sì che questo accada, è necessario un investimento mirato in formazione digitale e una maggiore presenza femminile nel settore fintech.
Per ridurre il gender gap nel digitale, sono state avviate diverse iniziative a livello europeo, come la European Network for Women in Digital (EWiD), che mira a incentivare la partecipazione femminile nelle carriere tecnologiche, e la Dichiarazione sull’eliminazione del divario digitale di genere, che coinvolge aziende e istituzioni nel promuovere l’inclusione delle donne nel settore high-tech.
Tuttavia, non bastano le politiche istituzionali. È necessario un cambiamento culturale che parta dall’educazione e si sviluppi attraverso modelli di leadership femminile nel digitale.
La crescita esponenziale dei pagamenti digitali dimostra che il futuro dell’economia sarà sempre più cashless e tecnologico. Per evitare che le donne rimangano indietro in questa trasformazione, è fondamentale agire subito, investendo in educazione digitale, favorendo l’accesso a carriere tecnologiche e promuovendo un modello di innovazione inclusivo.
Elisa Spinelli
Scritto da: Pierpaolo Burattini
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