Caffè Europa

Un piccolo caricabatterie, Natalia Ginzburg, e i nostri figli

today20 Gennaio, 2025 97 53

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Ai nostri figli noi dobbiamo insegnare non le piccole virtù, ma le grandi: non astuzie di breve cabotaggio col solo merito di renderci la vita più facile, ma l’anelito per grandi ideali; non la tristanzuola e spasmodica ricerca del cosiddetto successo, ma l’amore per la vita. Queste grandi virtù, però, possono anche contenerne di piccole (mentre non è vero il contrario): il risparmio, per esempio, può essere prerogativa anche della persona generosa, purché derivi dalla sobrietà e non dall’avidità. Così consigliava Natalia Ginzburg nel 1960 da Londra, dove si era trasferita col secondo marito (il primo, Leone Ginzburg, era morto in un carcere fascista).

Lo scorso dicembre, l’Unione Europea ha introdotto il caricatore unico per dispositivi elettronici. Per il cittadino europeo questo significa poter usare lo stesso caricabatterie per vari apparecchi, senza doverne ricomprare uno ad ogni acquisto, quindi risparmiando, limitando la produzione di rifiuti, liberando il consumatore dalla dipendenza dai singoli produttori. Un piccolo risultato, dunque, frutto di sforzi e compromessi (la legislazione europea è stata introdotta dopo il fallimento di tentativi di collaborazione con l’industria, che però, manco a dirlo, non era troppo interessata a frenare il moltiplicarsi di oggetti inutili); un piccolo risultato che migliora concretamente la vita su questo continente, ha ripercussioni non trascurabili sull’economia e sull’ambiente, e per questo, nella sua semplicità, ha ambizioni più alte. In un certo senso, una sineddoche dei vantaggi quotidiani di questa nostra Unione: benefici forse minuti ma significativi, di cui tuttavia possiamo godere solo in virtù di una corona di privilegi ben più importanti, che si sviluppano da ideali grandi ma imprescindibili, idee che oggi più di ieri abbiamo il dovere di ricordare e promuovere.

“L’Unione Europea non è un incidente della storia”: noi siamo i figli e i nipoti di giovani che hanno combattuto l’uno contro l’altro, e contro le scommesse infami sul declino di questo progetto, contro chi alimenta divisioni e conflitti che pensavamo sepolti, “dobbiamo recuperare lo spirito di Ventotene e lo slancio pionieristico dei Padri Fondatori, che seppero mettere da parte le ostilità della guerra, porre fine ai guasti del nazionalismo dandoci un progetto capace di coniugare pace, democrazia, diritti, sviluppo e uguaglianza”. Così si esprimeva David Sassoli, di cui a gennaio ricorre l’anniversario della scomparsa, nel suo discorso di insediamento come presidente del Parlamento Europeo – una carica che ricoprì con onore, senza dar l’impressione di servirsene per alcun ritorno politico in patria, veramente a servizio dell’Europa e dei suoi cittadini, come purtroppo succede solo raramente. “Diciamolo noi, visto che altri a Est o ad Ovest, o a Sud fanno fatica a riconoscerlo, che tante cose ci fanno diversi – non migliori, semplicemente diversi – e che noi europei siamo orgogliosi delle nostre diversità… Ripetiamolo, che da noi nessuno può tappare la bocca agli oppositori, che i nostri governi e le istituzioni europee che li rappresentano sono il frutto della democrazia e di libere elezioni”: diciamolo, ripetiamolo. Non dimentichiamo le grandi virtù per le piccole, che pure sono utili e importanti.

Per inciso, o meglio in questo caso a conclusione: come possiamo educare i nostri figli alle grandi virtù? Spazio e silenzio, suggerisce Ginzburg, sono fra le poche armi spuntate a nostra disposizione per promuovere lo sviluppo di una vocazione, ovvero dare un senso alla vita attraverso l’amore per quello che facciamo, qualunque cosa sia: si tratti di chimica o contabilità, pasticcini con sopra ciliegie glassate, o, che so, politica.

Francesca Varasano

Scritto da: Radio Glox


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